Nella fotografia qui sopra un ghiaccio in Alaska nell’estate 1917 e nell’estate 2005
Sempre più geopolitica e clima nell’agenda post-pandemica dei Consigli di Amministrazione delle principali multinazionali, ma non soltanto di queste.
Sono pure attivamente presenti i rischi geopolitici nonché macroeconomici. Un posto di rilievo è anche tenuto dalle maggiori preoccupazioni collegate ai rischi politici veri e propri e quelle a loro volta implicanti problemi di natura climatologica.
Secondo una ricerca di McKinsey infatti, per i Consigli di Amministrazione è oltre che mai maturo il momento di impegnarsi a fondo su queste problematiche con particolare approfondimento e disamina delle conseguenze che il cambiamento climatico potrà, ed in parte sta già, apportare alla prossima domanda di prodotti ed innovazioni tecnologiche per le quali le varie organizzazioni manifatturiere non potranno farsi trovare impreparate.
Si va verso un mondo ed una platea di utenti/consumatori sempre più attenti e sensibili alla conservazione del pianeta, al rispetto della natura e degli esseri viventi, flora e fauna, oceani, ecc. che ne fanno parte.
Questo non significa, secondo questa ricerca della famosa società di consulenza strategica americana, che le aziende abbiano distolto la loro attenzione dalla ripresa post-pandemica, ma sicuramente che le problematiche direttamente connesse alla ripartenza e resilienza, lasciano il passo a nuove “ansie”.
In altre parole, le aziende che meglio si sono sapute adattare e trasformare nel corso della pandemia adeguandosi ad uno spirito di resilienza derivante direttamente dalla loro capacità di cambiare in corso d’opera (la pandemia appunto), sono le stesse società che ora sanno individuare nuove ed importanti sfide e focalizzarsi sulle stesse. La sfida del cambiamento climatico rientra sicuramente tra le principali.
Ciò non esclude, semmai il contrario, che le medesime società restino comunque concentrate sull’innovazione e la crescita, sui principali trend ed i cambiamenti sociali, oltre che sulla responsabilità sociale dell’impresa. Vi sono poi gli sviluppi di cicli strategici in riferimento al periodo storico che stiamo vivendo. Parliamo dei vari trend tecnologici, della cybersecurity, della robotica, della digitalizzazione, dell’healthcare e così via.
Questo “mondo” così come sopra descritto, non può non essere presente nei portafogli degli investitori. Ogni investitore, ognuno di noi, ha a propria disposizione una serie di strumenti di facile accesso a questi temi, che potrà implementare con l’aiuto del proprio Consulente Finanzario, sulla base delle proprie esigenze e della propria propensione al rischio.
Saliamo insieme sul treno del cambiamento ed avviamoci verso il futuro. Parliamone.