Se non mi sento bene, mi reco da un medico; se programmo la realizzazione di una casa faccio riferimento ad un geometra o ad un architetto; se necessito di costituire una società, redigere il mio testamento, ecc., busso alla porta di un notaio; per la mia dichiarazione dei redditi vado da un commercialista; e così via…
In poche parole, se ho bisogno di “specificità”, mi rivolgo, mi indirizzo, verso un “professionista”, un esperto che abbia tutti quegli skill e caratteristiche tecniche, nonché una profonda preparazione nella sua, appunto “specifica” materia, finalizzata a portare a proficuo compimento e realizzazione quelle che sono le mie aspettative.
E per i miei soldi ? Quelli che eventualmente riesco a mettere da parte grazie a faticosi salti mortali finalizzati a costituire una base di risparmio per le esigenze future; oppure quelli che mi sono pervenuti da genitori o zii in eredità e che costituiscono anch’essi il frutto del loro lavoro di tanti etanti anni. Per i miei quattrini cosa faccio ? Auspicabilmente non il fai da te. Quest’“arte” dell’arrangiarsi in questo “specifico” contesto ha il più delle volte portato a risultati a dir poco deludenti quando non catastrofici. Peggio ancora l’affidarsi all’amico che mi ha detto od al parente che mi ha consigliato.
Anche i soldi, i risparmi, gli investimenti, hanno la loro figura di riferimento professionale. E’ quella del Consulente Finanziario (da ora in poi chiamato CF). Da un punto di vista “tecnico” la Consulenza Finanziaria si definisce l’attività basata sulla valutazione delle esigenze del cliente e sulla capacità di assisterlo professionalmente nella gestione del patrimonio così come nell’elaborazione di strategie di investimento coerenti con gli obiettivi predeterminati. Tutto ciò nel rispetto dei vincoli di rischio, costi e appropriatezza e/o adeguatezza (Mifid). Il CF, mediante un rapporto diretto e personalizzato con persone ed imprese, suggerisce soluzioni finanziarie, assicurative e bancarie in modo indipendente. Questa fondamentale “indipendenza” si enfatizza ancor più quando il CF non è legato, in termini di mandato, ad una realtà bancaria od assicurativa. E ciò trova una propria naturale concretizzazione nel ruolo svolto da un CF di Azimut, come nel caso di Grazia Tomasi.
Ovviamente l’attività del CF è particolarmente regolamentata e disciplinata da una serie di leggi ed atti emanati soprattutto dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa(CONSOB), dalla Banca d’Italia e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Alle normative nazionali si aggiungono quelle comunitarie/europee tenuto conto dell’enorme rilevanza che ricopre nel mercato unico la materia finanziaria.
Per fare il CF è ovviamente fondamentale la passione per la particolare specificità degli argomenti finanziari e patrimoniali“ nei più ampi concetti dei termini, ma non basta. Occorre essere in possesso di adeguati requisiti di onorabilità e professionalità, nonché l’iscrizione all’Albo unico dei Consulenti Finanziari tenuto dall’OCF, dopo avere superato un complesso esame di abilitazione concernente materie giuridiche, economiche e finanziarie.
L’iscrizione all’Albo certifica non soltanto le comprovate competenze, ma anche la costante formazione annuale. A questo proposito visitate il sito organismocf.it, per poter avere a disposizione un quadro ancora più ampio della figura del CF.
Detto ciò mi pare di poter sostenere che non vi sono ragioni per non interpellare un CF, siano pochi o tanti i risparmi da tenere sotto controllo, il patrimonio da gestire, le esigenze di programmazione del proprio futuro e quello dei propri figli. Quella della razionale ed attenta gestione dei risparmi, dei nostri soldi, non è sicuramente l’ultima delle aree della nostra vita sui cui concentrare la nostra attenzione.