0173 365002 info@graziatomasi.it Giovedì - 12/12/2024

ITALIA: UN’ECOMOMIA IN CRESCITA ?

E’ davvero curioso ed interessante al tempo stesso,  constatare quanta sia l’enfasi data da tutti gli organi di informazione in merito alla crescita del PIL italiano di questo anno 2021 che ormai sta giungendo a conclusione. Come è stato ben percepito da tutti noi, stiamo parlando di oltre il 6% in un anno. C’è chi dice 6,3, altri azzardano qualcosina in più. 

Certo si tratta di una gran bella crescita. Ne avessimo avute di crescite così negli anni passati. E’ anche vero che questa ripresa è ancora ben lungi dal recuperare ciò che è andato perduto a causa della pandemia. 

Del resto questa drammatica vicenda del Covid 19, che con la variante Omicron pienamente in auge non intende recedere, sta modificando non soltanto gli stili di vita di ognuno di noi con un pesante impatto sui cosiddetti “riti” di socializzazione e contatto tra gli esseri umani, ma sta modificando drasticamente le metodologie di approccio al lavoro, il lavoro stesso, il modo di fare impresa. 

Soffermiamoci soltanto qualche istante a pensare alle migliaia di posti di lavoro che sono andati persi nel corso di questi due anni e che purtroppo con tutta probabilità non potranno essere recuperati. Si dice che soltanto nel 2020 nel nostro Paese siano “cessate” oltre trecentomila attività imprenditoriali. Un dato drammaticamente impressionante. 

Pensiamo inoltre a ciò che significherà sempre di più il “lavoro agile” o se vogliamo dirlo in inglese lo “smart working”. Bello lavorare da casa ! Fino ad un certo punto. A parte la “socialità” a cui facevo cenno prima e che va a farsi benedire, se da un lato le imprese risparmiano sugli affitti degli uffici, il riscaldamento, le pulizie, le manutenzioni, ecc. dall’altro tutto quel mondo infinito che ruota intorno al lavoro negli uffici dei nostri centri urbani sta subendo uno sconvolgimento in termini sicuramente negativi. Bar  e ristoranti che servivano gli impiegati nelle loro pause pranzo hanno chiuso a centinaia, e siamo solo all’inizio. Questo significa migliaia di posti di lavoro che sono andati ed andranno sempre più persi nella ristorazione e nei servizi in genere. Mettiamoci pure tutti quei negozi che si appoggiavano proprio sugli operatori degli uffici e direzioni che li circondavano per portare avanti il grosso del loro fatturato e che non trovano più questa fondamentale valvola di sfogo.

Vi lascio inoltre immaginare la tristezza e desolazione da “svuotamento” che stanno attraversando i centri storici ed operativi delle nostre città. 

Si si l’Italia cresce e crescerà, ma il prezzo che il Paese paga è altissimo. E poi attenzione; di che parliamo. Purtroppo il nostro Pese è una realtà dalla crescita asfittica. 

Riflettiamo su questo dato: in venti anni, cioè dal 1999 al 2019, l’Italia ha avuto una crescita “totale” pari al 7,9%. Nello stesso periodo la Germania è cresciuta del 30%, si avete letto bene “30%”, la Francia del 32% e la Spagna, udite, udite, addirittura del 43%!

Credo che non vi sia necessità di ulteriori commenti. Com’è difficile competere con partner la cui ricchezza annua negli ultimi due decenni è cresciuta in misura uguale a cinque se non addirittura sei volte rispetto alla nostra. A questo unite il fatto che il Paese pur crescendo smisuratamente meno rispetto ai principali partner europei, ha speso spasmodicamente di più portando il proprio debito pubblico a raggiungere una cifra “monstre” ed innominabile. Tutto questo per poter mantenere in piedi i fondamentali servizi da garantirsi ai cittadini dalla sanità alle pensioni e cosi via. Per cui se non guadagno abbastanza per tutte le mie necessità, vorrà dire che farò debiti. Fin tanto che qualcuno mi farà credito ! Immaginate se le famiglie italiane avessero ragionato alla stessa stregua dei loro governanti. 

Il discorso da qui in avanti si complica e merita di essere affrontato a parte. Le malattie italiche si chiamano indecisione, mancata innovazione, inadeguata pubblica amministrazione, riforme strutturali eternamente rinviate, classe politica decisamente non all’altezza delle sfide “globali”, ecc. A tutto questo vanno aggiunte le solite, ma ahimè “devastanti” corruzione, evasione fiscale, mafie, ecc. 

In tanti decenni non siamo stati neanche in grado di girare a nostro favore la questione migratoria. In un Paese le cui culle sono sempre più vuote si sarebbe dovuto impostare una politica dell’accoglienza seria che significa “umana”, ma al tempo stesso rispettosa delle regole e leggi del Paese che accoglie mediante percorsi in grado di canalizzare i flussi migratori con razionalità ed accompagnando lo straniero a diventare un buon cittadino italiano in grado di mantenersi e dare il proprio proporzionale contributo in termini di tasse. 

Ora puntiamo tutto o quasi sul PNRR il fatidico Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Con  i presupposti di cui sopra non sarà semplice. 

Siamo però anche consci del fatto che quando vogliamo siamo in grado di farcela e sicuramente ce la faremo. 

Del resto, con tutto il rispetto ed amore per i nostri amici iberici, è indegno che l’Italia produca ricchezza ben sei volte in meno della Spagna.

Ci è richiesto un sussulto. E’ doverosa una sveglia….Sveglia Italia !