0173 365002 info@graziatomasi.it Giovedì - 12/12/2024

AIUTO…..MANCA TUTTO !

Non è soltanto una battuta, ma ahimè la triste realtà dei fatti. Rischiamo nei prossimi mesi, quando non addirittura nelle imminenti settimane, di non poter contare su elementi fondamentali a far lavorare e procedere la catena globale produttiva non soltanto a livello italiano, ma a dimensione planetaria.

Vi ricordate ? Quanto era stato glorificato l’andamento economico del 2021 rispetto al catastrofico anno precedente. Del resto non era poi così difficile. Della serie:  “ci piace vincere facile”. 

I mesi del confinamento a causa del Coronavirus nel 2020 avevano messo in ginocchio sia i fatturati delle grandi industrie quanto il giro d’affari dei servizi colpendo particolarmente la ristorazione ed il turismo, ma ovviamente non solamente questi. 

Per poco che si facesse nel 2021 si poteva sicuramente brillare rispetto al famigerato 2020 ! 

Il fatturato complessivo dell’industria crebbe di oltre il 22% rispetto al ’20 in cui aveva subito una caduta del 14%.

Questo aumento “medio” si inserisce in un insieme di settori che vanno dalla metallurgia (+60%), legno (+34,6%), industrie manifatturiere (+30,8%), chimica (+29,9%), tessile (+22,2%), e così via in positività ed ottimismo. Anche i servizi ebbero un’ottima spinta, crescendo in termini di volumi di oltre il 14% rispetto all’anno prima. 

Abbiamo fornito dati Istat, per cui ufficiali e relativi al nostro Paese, l’Italia. 

Tutta questa spinta, questa forte domanda di beni e merce di vario genere a livello globale, va da se non soltanto domestico, ebbe modo di svilupparsi grazie all’allentamento delle restrizioni dei lockdown e dette luogo ad importanti ricadute sulla produzione, sul trasporto e sulla fornitura di elementi quali rame, caffè, alluminio, carta e praticamente qualsiasi altro genere di prodotto e merce. 

La produzione, ripartendo, ha cercato di adeguarsi alla domanda, alla richiesta di beni e servizi, ma ha sempre di più trovato ostacoli e barriere nel reperimento delle materie prime, nei componenti della produzione, nelle forniture energetiche. 

Da qui l’avvio di una  fiammata inflazionistica che non si riscontrava da alcuni decenni e che indubbiamente si ripercuoterà, come sempre, in una non indifferente penalizzazione del potere di acquisto e della ricchezza in genere di più o meno tutti i cittadini.  

La fine del confinamento ha pertanto condotto ad una congestione della domanda elevata che a sua volta ha dato il via all’escalation dei prezzi che non risulta volersi “calmare” ancora oggi.

Anzi, la guerra in Ucraina e le sanzioni stanno ulteriormente aggravando il quadro della situazione che ha ampliato i danni verso il settore della produzione del grano e dei fertilizzanti.

Anche il prezzo della carta e del cartone è salito notevolmente. Ne risentono i settori dell’editoria, ma anche la strategica industria del packaging. Nella hit parade dei prezzi sono saliti articoli come il legno, l’acciaio e la plastica. Queste materie servono per una quantità di beni durevoli come immobili, macchine, cellulari, elettrodomestici, imballaggi alimentari, ecc.

Il conflitto ha inoltre determinato una grande scarsità di alluminio e nichel. Col nichel si fanno le batterie, l’acciaio inossidabile, materiali utilizzati nelle industrie del petrolio e gas, nella produzione di energia, nelle tecniche mediche. E la Russia è il secondo produttore mondiale di nichel. 

Insieme a queste materie prime mancano anche il palladio, il rodio ed il platino che viene principalmente utilizzato nei catalizzatori automobilistici. Provate a chiedere ad un concessionario auto per quanto tempo dovrete attendere la consegna della vostra nuova automobile ! Sempre la Russia è il secondo produttore mondiale di platino.

Possiamo procedere con la questione dei microchip, essenziali ancora una volta per il settore auto, ma fondamentali per apparecchi cellulari, elettrodomestici e computer. Guarda caso tra le materie prime indispensabili alla produzione dei chip, insieme al palladio, vi è anche il neon, la cui produzione mondiale è concentrata al 70% in Ucraina.

Questo per dirvi che non vi sono soltanto gas e petrolio sui quali siamo quotidianamente bombardati da televisioni e giornali  ed i cui effetti in termini di notevole aumento dei prezzi li stiamo già sentendo sotto forma di bollette delle luce e gas. 

Oramai quasi tutti gli amministratori condominiali hanno richiesto integrazioni per l’aumento riscontrato nelle forniture rispetto agli schemi previsionali inviati ad inizio stagione, e chi non lo ha ancora fatto è perché lo ha rinviato all’autunno. 

Accennavamo prima al grano ed ai fertilizzanti. Vi bastino alcuni numeri per capire come siamo messi. Russia ed Ucraina insieme generano il 53% del commercio mondiale di olio di girasole, il 27% di grano, il 23% di orzo, il 16% di colza ed il 14% di mais. 

Ritengo non vi siano particolari commenti da fare per capire che siamo di fronte ad una situazione non propriamente piacevole nell’ambito delle forniture di materie alimentari che ci coinvolgerà, diciamo nel prossimo periodo, senza specificare se si tratti di mesi, settimane o giorni. 

A questo si aggiunga che avremo anche parecchie difficoltà a “coltivare da noi” in quanto gran parte delle materie essenziali per la produzione di fertilizzanti quali, ammoniaca, urea, potassio, fosfati, ecc.sono concentrate in Russia e Bielorussia. 

In questo scenario, della cui definizione rimando a voi l’iniziativa, i nostri politici si concentrano “ancora” sulle mascherine si, mascherine no e girano per il mondo a peregrinare per qualche metro cubo di gas alternativo a quello russo e pochi barili di petrolio da paesi nuovi improbabili fornitori. 

Al contempo si continua a non “liberare” il grande potenziale estrattivo di gas naturale che abbiamo in adriatico permettendo ai croati, dall’altra parte delle costa, di assorbire tutto il contenuto di gas sottomarino al quale potremmo attingere anche noi.

Certo ci vorrebbero pagine e pagine per discernere in merito alla vergognosamente assoluta assenza di una politica energetica da parte di tutti i politici italiani succedutisi negli ultimi trent’anni. A cominciare dalla rinuncia al nucleare. E su questo vedasi la Francia che ha centrali nucleari a qualche chilometro dai nostri confini. 

Ovviamente vorremmo tutti convintamente e fermamente che questa guerra finisse il prima possibile affinché tutto potesse tornare come prima. Prima della cosiddetta “Pandemia”,  va da se ! 

Da cittadina mi parrebbe però di intendere che non vi sia una ferma, vera e sincera volontà di pace. Si parla poco, pochissimo infatti di tavolo delle trattative, trattato di pace, iniziative per il cessate il fuoco, ma in compenso molto , quando non soltanto di ulteriori sanzioni e forniture di sempre più “offensive” (non solo “difensive”) armi all’Ucraina e con ciò di fatto rendendoci parte attiva nel conflitto e parte (per il momento) “indirettamente” belligerante. Insomma non mi pare che la comunità internazionale, l’Onu, l’Unione Europea, la Nato e gli Stati Uniti d’America, stiano svolgendo il ruolo dei pompieri che getta acqua sul fuoco. Voi la vedete diversamente ?

Detto questo non mi aspetto nell’immediato e subito dopo l’immediato qualcosa di razionalmente positivo e indirizzato al bel tempo.

Di tempo ce ne vorrà non fosse altro perché il capo del Cremlino necessita di una exit strategy dal pantano in cui si è infilato che permetta al mondo dei “buoni” di metterlo in castigo, evitando di procrastinare a data troppo incerta le già gravi conseguenze economico-energetiche di cui risente in particolare l’Europa, non certo gli USA, e, particolarissima nel particolare l’Italia che sino a ieri dipendeva per quasi la metà del suo fabbisogno dal gas russo. Il tutto condito dalla necessità di evitare l’accrescersi di tensioni sociali che potrebbero far scattare quella scintilla che cova sotto la cenere del malcontento, dell’ampliamento delle differenziazioni sociali, della forte caduta del potere d’acquisto e del sempre più evidente ampliamento della base “povera” dei tessuti sociali dei vari paesi. 

Anche in contesti come quelli sopra descritti, anzi più che mai in simili contesti, è indispensabile tenere la barra bene a dritta in tema di investimenti. Ciò avviene con l’aiuto del vostro Consulente Finanziario, mediante un costante ed ancor più frequente del solito monitoraggio del proprio portafoglio, nonché attraverso un’interlocuzione ragionata e proficua. 

E’ necessario avere coscienza che l’assunzione di decisioni di “pancia”, dettate dal pur comprensibile stato di probabile ansia del momento, potrebbero indurre a “complicanze” soltanto recuperabili nel corso di anni. 

Ancora una volta dobbiamo tenere conto che in ogni momento ed in ogni condizione di mercato, ove l’osservazione avvenga meramente e necessariamente dal punto di vista tecnico, economico, finanziario e all’interno di una pianificazione globale del proprio patrimonio, esistono opportunità da cogliere, scelte da fare ed altre da evitare o da rivedere. 

Insieme, come sempre, saremo in grado di affrontare il tutto.